giovedì 30 giugno 2011

Perché amo gli ebook

1. Perché voglio un bel libro: Voi siete lettori veri e i libri li comprate in libreria. Ma le persone normali, quelle sane, quando hanno voglia di un libro se lo comprano al supermercato, all’autogrill, magari in edicola. Ok, l’edicola a volte sorprende, ti pigli un libriccino da 4 euro e 90 e magari scopri che l’ha scritto Evangelisti, o Quadruppani, o chissà chi. Al supermercato invece sorprese non ce ne sono mai. E libri nemmeno, a meno che per qualche bizzarro motivo sei interessato ai primi dieci bestseller. Con l’ebook, se sei in spiaggia e ti viene voglia di leggerti Kierkegaard in danese, o il vincitore dell’ultima edizione del Culatello Letterario, te lo scarichi e te lo leggi in santa pace. 
2. Perché abbiamo bisogno di pirati: Piratare un libro è costoso, lungo e complicato: ci vuole una fotocopiatrice, un sacco di pazienza e viene pure uno schifo. Solo chi ama davvero un libro può sottoporsi a un simile supplizio. Eppure solo quelli della Bsa non hanno capito quanto la pirateria faccia bene, sia indispensabile alla cultura. All’inizio dell’informatica, un sacco di sfigate software house appiccicavano dongle, chiavette, scatolette e simili diavolerie ai loro software per impedire che glie li copiassero. Microsoft lasciava copiare in pace tutti quanti, nessuno che io conosca si è mai sognato di comperare Word. Oggi Microsoft è il padrone del mondo, mentre le software house delle chiavette per lo più son finite nello sciacuone della storia. Poi Microsoft si è persa, ha cominciato a seccarci coi suoi Drm, e Apple ha vinto la guerra della musica online togliendo dai piedi i cani da guardia digitali.  Oggi la gente che legge è una rarità, bisogna invitare più gente possibile al banchetto delle parole, e lasciare che tutti assaggino in santa pace la tartina che gli piace, poi ne vorranno altre. L’appetito vien mangiando, e se uno si abboffa copiando, tanto di guadagnato: avremo un cliente in meno, ma un lettore in più. Certo, perché il gioco sia divertente i pirati vanno un pochino contrastati, ma senza esagerare, sennò si stufano e non giocano più con noi; a a guardie e ladri tutti noi siamo entusiasticamente pronti a buttarci nella squadra dei ladri, ma se nessun noiosone normativo vuol giocare a fare la guardia, ci si stufa subito. 
3. Perché son stufo degli scrittori esordienti che se la menano che il loro editore non li capisce, che sono distribuiti talmente male che manco i topi rosicchiano i loro testi perché nemmeno i più affamati tra i roditori riescono a trovare lo scatolone dei loro libri ancora sigillato nella cantina dello stampatore, che pure la loro fidanzata che collabora gratis con una fanzine libresca sbaglia a scrivere il loro nome nella recensione. Con l’ebook, non c’è distributore, libraio, grossista che tenga: ognuno si sbatte da sé e da sé farà per tre, così non mi seccano via email a raccontarmi le loro pene editoriali, come se io potessi farci qualcosa. 
4. Perché I libri sono pattume, pesano molto e fanno volume  cantavano gli Skiantos. Veramente loro dicevano i libri di scuola, ma c’hanno ragione da vendere: i libri di carta sono pesanti, fragili, si bagnano se cerchi di leggerli nella vasca da bagno, si riempiono di ditate e orecchie. E poi tendono a colonizzare ogni angolo libero della casa, attirano la polvere e gli acari. Insomma, levatemeli dalle balle che ho un hard disk esterno da un terabyte, bello lucido che può contenere sedici volte la biblioteca di Babele, con pure Garcia Marquez a fare da bibliotecario. Anche se Garcia lo tengo solo perché è decorativo, non serve a niente perché tra gli ebook posso fare una ricerca tipo Google per ricordarmi come diavolo si chiamava quel libro che parla di un marinaio, che visse ventott’anni da solo in un’ isola deserta al largo delle coste dell’America, non lontano dalla foce dell’Orinoco , approdato sulla spiaggia in seguito ad un naufragio dov’erano periti tutti i marinai eccetto lui. 
5. Perché l’ebook uccide i libri inutili:  Ci sono due tipi di lettori per ebook: quelli che hanno uno schermo che sembra un foglio di carta e quelli che hanno uno schermo che pare quello del cinema.  I primi, che sono per i lettori seri, quelli che c’hanno una certa età e quindi hanno bisogno di una macchina per leggere che sembri carta in tutto e per tutto, con un inchiostro superintelligente che si dispone da solo a fare le parole, rigorosamente in bianco e nero e senza luci trasmesse che affaticano la vista, una macchina austera nata per leggere che serve solo a leggere libri, che già con le foto di una rivista non ci siamo per niente.  Io preferisco i secondi, tipo l’iPad della Mela, quelli che sembrano il cinema nel taschino, rutilanti, pieni di colori, di luci, di suoni, di filmatini giochi. Leggere un libro è fantastico su questi cosi… ma quando lo accendi per leggerti un bel libro, finisce che prima vai a vedere che fanno gli amici su Facebook, raccogli le zucchine su Farmville, leggi l’email, chatti con l’amica brasiliana in crisi sentimentale, ti guardi il filmino su Youtube di un tizio che incontra lo squalo bianco nei canali di Amsterdam, apri la repubblica per vedere chi ha vinto Canicattì-Pro Patria, guardi se il mulo ha finito di scaricare e… e insomma, il libro deve essere proprio fantastico per farti smettere tutto quanto e goderti la lettura. Non so se l’ebook sarà per davvero il futuro della lettura. Ma di sicuro sarà la tomba dei libri pallosi.

CHI SIAMO

Esploriamo insieme le potenzialità del libro elettronico: ecologico, democratico, ricco, multimediale, affascinante.
Sarebbe un peccato pensare al libro elettronico semplicemente come a un modo complicato per leggere libri nati e pensati per la carta.
L'ebook non è un libro con l'interruttore. È un modo totalmente nuovo di scrivere, di fare cultura, intrattenimento e letteratura.
Pennyebook, amici dell'ebook nasce per sperimentare le scritture del nuovo millennio, per riempire di contenuti i lettori digitali, per inventare una nuova arte.

CONTATTI

luca@masali.com

Editor: Luca Masali
Direttore editoriale: Angela Andò